SONIA CALIMANDRI
Biologa Nutrizionista Milano
LA DIETA CHE FUNZIONA E’ QUELLA CHE
TI FA STARE BENE
La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non solo l’assenza di una malattia (OMS, 1948)
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LA DIETA SOSTENIBILE
Tante sono le contraddizioni del nostro tempo: l’eccesso di cibo in una parte del mondo e la sua carenza nell’altra, le troppe calorie del cibo spazzatura e la sua mancanza di nutrienti, l’offerta di cibo ad ogni angolo e ad ogni ora, talmente comodo da averci fatto dimenticare la pianificazione dei pasti.
Tra le motivazioni che influenzano le scelte alimentari, anche quelle attente alla tutela dell’ambiente possono occupare un posto significativo, infatti, le scelte alimentari della collettività incidono in modo rilevante sull’ecologia del pianeta.
L’impatto ambientale maggiore è quello dovuto all’allevamento bovino. Ci siamo mai chiesti quanti bovini ci sono nel mondo? Più di un miliardo. Potrebbero essere gli abitanti di un intero continente, e a questi si aggiungono tre miliardi di ovini e caprini, un miliardo di suini e dodici miliardi di polli. La produzione della sola carne è responsabile del 18% di tutte emissioni di anidride carbonica prodotte dalle attività umane, ed è pari a quella di tutte le attività industriali; l’intero settore dei trasporti ha emissioni più basse, pari al 13%.
Una produzione così massiccia di carne è giustificata? E ancora, la carne è davvero indispensabile? In effetti la risposta è no, non indispensabile dal punto di vista nutritivo. Il muscolo degli animali contiene sostanze nutritive ugualmente presenti nel pesce e nelle uova.
A proposito di pesce, siamo sicuri che tutti i pesci siano equivalenti dal punto di vista della sostenibilità ambientale? Siamo in grado di sceglierli? E sulla salute degli oceani, che cosa sappiamo realmente? Ricordiamoci che oltre la metà dell’ossigeno che respiriamo ci viene fornito proprio dagli oceani, dal plancton che assorbe l’anidride carbonica che noi produciamo. Il fragile equilibrio fra le specie acquatiche rischia di essere alterato dalla sovrapesca tanto che l’ONU il 5 marzo del 2023 ha messo a punto il primo trattato internazionale per proteggere l’alto mare, cioè le acque internazionali situate ad oltre 200 miglia nautiche.
E nei mari va a finire anche una grande quantità di rifiuti difficili da degradare e questo è dovuto in parte al mancato equilibrio fra un eccesso di produzione di imballaggi e la capacità di gestirli.
E questo fenomeno è strettamente legato ad un altro tema: lo spreco alimentare, per metà perso lungo la filiera e per metà finito nella spazzatura dopo l’acquisto. E per ogni alimento sprecato sono stati necessari suolo, acqua, energia per produrlo. Ogni alimento che arriva sulla nostra tavola, in tutto il processo produttivo, ha comportato necessariamente un consumo di risorse e una quantità di emissioni che hanno generato un danno all’ambiente, un impatto appunto. L’impatto ambientale degli alimenti varia molto a seconda che si tratti di un alimento di origine animale o vegetale. Gli alimenti vegetali, a parte eccezioni come il caffè e poche altre, hanno un impatto minore pertanto sono più sostenibili.
Molti sono gli approcci dietetici che tengono conto della sostenibilità, uno fra tutti la dieta mediterranea. Questa dieta e in generale quelle a forte componente vegetale, oltre ad essere sostenibili, sono uno strumento di prevenzione delle principali malattie cronico degenerative. Questo è dimostrato anche dagli studi fatti sugli abitanti delle cinque zone blu del mondo.
E cosa dire dei novel food? Riuscirà la farina di grillo ad imporsi sul mercato? E la carne coltivata sarà davvero in grado di sostituire quella ottenuta dagli animali da allevamento? Le nuove tecnologie e la diffusione degli alimenti più sostenibili potranno essere la strada per condurci verso una vera transizione dietetica.
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